La legge è censurabile in quanto l'art. 5, nel sospendere le autorizzazioni per l'apertura di grandi strutture di vendita, fino all’emanazione di un piano di coordinamento territoriale, senza l'indicazione di un termine certo, determina una limitazione all’iniziativa economica ed eccede quindi dalla competenza regionale, invadendo la sfera di competenza esclusiva statale in materia di tutela della concorrenza, di cui all’articolo 117, comma 2, lettera e) della Costituzione, ponendosi anche in contrasto con l’articolo 41 della Costituzione che afferma il principio di libertà dell’iniziativa economica e con l'art. 3 della Costituzione, in quanto opera una ingiustificata disparità di trattamento a danno delle grandi strutture di vendita.
La legge altera altresì il regime di libera circolazione delle persone e dei servizi garantito dalle norme comunitarie, ( in particolare, la norma relativa al diritto di stabilimento di cui all’articolo 52 del Trattato U.E.)Pertanto, introdurre nuovamente un sistema di rigida programmazione sembra essere non più rispondente ai modelli di mercato ispirati a principi liberistici quali sono quelli prospettati nell'attuale concezione di mercato.



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